Di seguito riporto l'articolo che la direzione della società Torre del Moro ha pubblicato sul sito ufficiale del Torresavio Futsal Cesena
questo quello che resta della storica sede prima che sparica del tutto e per sempre.
Più di 600 atleti "per strada" grazie alla "cristianità" di Don Paolo. 40 anni di storia umiliati.
Oltraggioso, umiliante, pericoloso e
folle… non ci sono altre definizioni per descrivere quello che ci è capitato
nelle ultime ore. 40 anni di storia calpestati da chi storia non ha.
Partiamo con ordine. Ormai saprete che
dal 30° giugno 2017 la curia per puri motivi commerciali ha deciso di “abbattere”
lo storico impianto sportivo “Bruno Rossi”, culla calcistica
di molti atleti e sportivi, al suo posto si ergerà un prefabbricato.
Per gli alloggi adibiti ad
ufficio però, sempre la curia, si era chiaramente espressa: gli uffici
e la sede sarebbero rimasti attivi fino a che la società non avesse
trovato una sistemazione ritenuta congrua alle necessità operative.
L’unico a non ritenere soddisfacente la
cosa è stato si da subito Don Paolo Foschi,
il parroco di Torre del Moro, il quale reclamava in maniera
decisa gli alloggi indicando fantomatici ultimatum e minacce.
La società in piena trasparenza ha sempre fatto presente alla Curia
l’atteggiamento ostile del Parroco instaurando con la stessa un canale di
comunicazione sulla situazione rendendola di fatto responsabile
di una supervisione sull’atteggiamento del prete.
Poi è successo quello che nessuno si
sarebbe aspettato: Don Paolo Foschi incurante delle
conseguenze, incurante delle parole espresse dalla curia ma anche dal
Vescovo in persona (al quale almeno un prete dovrebbe rendere conto)
ha fatto uno dei gesti “meno cristiani” di cui abbiamo memoria: ha
cambiato le serrature degli uffici e degli alloggi impendendo di fatto
l’accesso ai nostri tesserati e ai nostri dirigenti.
La minaccia era chiara:
o si arrivava nel giro di poche ore con un furgone a portare
via tutto (senza avere una sede di riferimento) o non avrebbe
aperto a nessuno lasciando così “per strada” 13 squadre
che nel weekend avrebbero dovuto affrontare i rispettivi campionati. Lasciamo a
voi ogni riflessione sulle conseguenze.
Lavoriamo da 40 anni
(QUARANTA!!!!) mossi esclusivamente dalla passione per
questo sport, mossi dalla voglia di dare ai nostri ragazzi i mezzi
tecnici e formativi migliori, spendiamo tempo, sacrifichiamo serate
solo ed esclusivamente perché crediamo in quello che facciamo. Non ci saremmo
ne aspettati ne meritati un’uscita di scena simile.
Ricordiamo con nostalgia il fatto che
proprio Don Sergio Cappelletti fu fautore della nascita
del movimento calcistico a Torre del Moro , fu promotore e primo
tifoso artefice di una sinergia proficua per entrambe le realtà. La
stessa società sportiva curò in passato alcuni restauri alla
chiesa… insomma una convivenza quanto meno “cristiana”, onesta e
rispettosa.
A Don Paolo Foschi forse la storia non ha insegnato
nulla…e questo è un problema visto il lavoro che fa. Nonostante le
nostre dimostranze, nonostante le riprese della Curia (a cui sempre Don Paolo
dovrebbe fare riferimento), nonostante il ripetuto intervento del Vescovo
per farlo ragionare e l’oggettiva necessità ed urgenza che
avevamo, non c’è stato modo di ripristinare la situazione. Siamo stati SFRATTATI
in maniera umiliante. Di fatto 600 atleti con
le rispettive famiglie non hanno più un punto di riferimento grazie a Don
Paolo Foschi, unico responsabile di questa follia.
Oggi sabato 14 ottobre 2017, SOLO grazie ad
una comunità di genitori, tifosi, dirigenti e ad una fitta rete di passaparola
siamo riusciti in poche ore a trovare una sistemazione alternativa a 300 metri
in linea d’aria dalla vecchia sede (in via longo 84) che però
richiede un impegno economico sostanziale a cui dovremo fare fronte.
Noi ce la stiamo mettendo tutta, ne usciremo
ancora più forti e organizzati, ma difficilmente dimenticheremo
l’affronto colmo di “ignoranza” storica che un prete che non ha storia ci ha
fatto.
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